L’ambiziosa sfida della nuova Direttiva Green

Partiamo da alcuni dati: gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale di energia nell’Unione Europea e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.

Bastano questi numeri, senza contare che il 75% degli edifici dell’Unione è vecchio ed inefficiente sul piano energetico, per far capire quanto sia importante intervenire sulle abitazioni per contrastare i cambiamenti climatici.

La nuova direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici (EPBD), nota come Direttiva Green, approvata la scorsa primavera, rappresenta un passo fondamentale nell’ambito della transizione energetica promossa dall’Unione Europea, con l’obiettivo di arrivare a un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

Tempistiche di Attuazione

La direttiva stabilisce un quadro temporale ambizioso ma chiaro, che impone agli Stati membri di aggiornare le proprie normative nazionali e di garantire la conformità degli edifici esistenti. Tra le scadenze più importanti troviamo:

  • 2026: gli Stati membri dovranno recepire la direttiva e definire piani nazionali dettagliati per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, indicando obiettivi e strategie per il rinnovamento del patrimonio edilizio.
  • 2030: tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E. Questo significa che gli edifici meno efficienti, attualmente in classe F o G, dovranno essere adeguati.
  • 2033: si punta a un ulteriore salto qualitativo, portando tutti gli edifici residenziali alla classe D.
  • 2050: tutti gli edifici dovranno essere carbon neutral, con consumi energetici ridotti al minimo e coperti preferibilmente da fonti rinnovabili.

Cosa Dovranno Fare i Privati

L’impatto sui privati sarà significativo, soprattutto per i proprietari di immobili classificati nelle categorie energetiche più basse: si stima che solo in Italia saranno almeno 5 milioni gli edifici coinvolti, che dovranno essere oggetto di interventi di riqualificazione per adeguare le loro proprietà ai nuovi standard. Ecco cosa sarà necessario fare:

  1. Valutazione Energetica dell’Edificio
    • Effettuare una diagnosi energetica per identificare il livello attuale di efficienza e le principali criticità.
    • Verificare la classe energetica attuale attraverso un certificato energetico aggiornato.
  2. Interventi di Riqualificazione
    • Isolamento termico: migliorare la coibentazione di pareti, tetti e pavimenti per ridurre la dispersione di calore.
    • Sostituzione di infissi: installare finestre a bassa trasmittanza termica.
    • Aggiornamento degli impianti: passare a caldaie a condensazione, pompe di calore o sistemi di riscaldamento basati su energie rinnovabili; le caldaie a gas metano saranno messe al bando dal 2040.
    • Installazione di Sistemi Domotici: ottimizzare il consumo energetico dei sistemi tecnici per l’edilizia, attraverso sistemi di domotica in grado di ottimizzare le prestazioni degli apparecchi che gestiscono il riscaldamento o il raffrescamento di ambienti (climatizzazione), la ventilazione, la produzione di acqua calda per uso domestico, l’illuminazione integrata, l’automazione e il controllo, la produzione di energia rinnovabile e lo stoccaggio di energia in loco.
    • Installazione di pannelli fotovoltaici: sfruttare l’energia solare per l’autoproduzione; l’installazione dei pannelli diverrà obbligatoria per gli edifici nuovi, quelli pubblici e quelli già esistenti, non residenziali, di grandi dimensioni.
  3. Accesso agli Incentivi
    • I governi nazionali, in linea con le direttive europee, saranno chiamati a fornire strumenti finanziari e agevolazioni per sostenere i costi di ristrutturazione. Questi potrebbero includere detrazioni fiscali, prestiti a tasso agevolato e fondi europei: molto potrebbe variare da paese a paese, ma questo si potrà capire meglio solo con il recepimento della Direttiva nelle legislazioni dei diversi Stati membri.
  4. Monitoraggio e Aggiornamenti:
    • Gli edifici adeguati dovranno essere monitorati per assicurare il mantenimento delle prestazioni nel tempo.

Sfide e Opportunità

La direttiva rappresenta una sfida per i privati, soprattutto per chi possiede edifici storici o datati, dove i costi di adeguamento potrebbero essere elevati. Tuttavia, l’adeguamento offrirà vantaggi a lungo termine, come la riduzione delle bollette energetiche, un incremento del valore immobiliare e un contributo diretto alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Per coloro che non rispetteranno le scadenze, gli Stati membri potranno introdurre misure sanzionatorie, che potrebbero includere limitazioni alla vendita o all’affitto degli immobili non conformi.

In conclusione, la direttiva EPBD spinge verso una trasformazione radicale del patrimonio edilizio europeo. Per i privati, il momento di agire è ora, sfruttando incentivi e pianificando gli interventi necessari per rispettare le scadenze imminenti.

Contattate ISA Group per avere ulteriori informazioni e iniziare a pensare al futuro della vostra casa!

Related posts